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Il Troccolone: “Ricordi di un passato, sapori di una volta”

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Le anfore e il Troccolone

La storia del Troccolone 

Dalle uve di vigne toscane, varietà Sangiovese, che riposano con le bucce nelle inerti anfore in Terra di Impruneta, nasce un vino identitario che rappresenta la tradizione e i valori antichi di una terra che restano immutati nel tempo.

Nell’azienda di Marco Capitoni, in Val d’Orcia, ti colpisce immediatamente il panorama delle vigne che sembrano voler ammirare Pienza, che si erge maestosa sulla collina di fronte, e, visitando la cantina posi il tuo sguardo sulle bellissime anfore dove nasce il vino denominato Troccolone.

Il vino di una volta, il vero Sangiovese: dalla vite alla cantina

La prima annata nel 2015. È un vino prodotto con la varietà Sangiovese in purezza che riposa in anfore di terracotta.

Le anfore esaltano il valore dell’uva e le caratteristiche del vino, favorendone un’evoluzione e donando un vino ricco di profumi e freschezza nella beva.

Come nasce l’idea del Troccolone

degustazioni-pienza-vino-siena-toscana-wine-vino-troccolone-capitoni-sangioveseQuando per la prima volta, nell’anno 2001, l’azienda Capitoni ha iniziato a produrre vino da vendere in bottiglia, Marco decise di realizzare un vino strutturato, importante e longevo.

Nasce così il Capitoni che ha elementi di respiro internazionale. Successivamente il Frasi, un vino prodotto solo con il Sangiovese utilizzando botti grandi, una vinificazione più vicina alla tradizione della zona e della famiglia.

Nel 2010/2011 Marco Capitoni decide di voler realizzare un vino dove fosse esaltata l’uva e il lavoro fatto in vigna.

Desiderava un vino che rispecchiasse perfettamente l’uva, senza alcun sentore diverso.

Per realizzare questo progetto era necessario, per la fermentazione, un contenitore che fosse inerte ma allo stesso tempo che permettesse la micro ossigenazione.

I primi esperimenti furono fatti usando vecchie barrique ma il risultato non fu quello sperato. La micro ossigenazione non era sufficiente e spesso questi contenitori rilasciavano sentori non piacevoli.

Il secondo esperimento ebbe come protagonista piccole botti in acciaio. Per ossigenare veniva usata una macchinetta. Il risultato si avvicinava all’idea di Marco ma erano necessari  artifizi per la stabilizzazione e questo non era voluto.

“Desideravo produrre un vino come quello che si produceva un tempo” Marco Capitoni

Durante il percorso di ricerca e sperimentazione

Un giorno, Marco assaggiando i vini realizzati in anfora di Antonio Arrighi, un produttore dell’isola d’Elba, comprende che poteva essere il giusto contenitore per realizzare la sua idea.

Va dal suo amico Piero Sbarluzzi, artista “pientino” e grande conoscitore della terra cotta, e, insieme al consulente enologo dell’azienda Marco Nasca, si recano da Artenova per ordinare le anfore.

L’anfora è uno dei contenitori più antichi atti alla vinificazione.
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La cantina dell’azienda Capitoni

Le prove di una tale asserzione le ritroviamo nella zona dove sono state rinvenute le prime tracce di vinificazione: nel Caucaso dove ancora oggi vengono usate anfore di terracotta.

Nella zona di Agrigento in Sicilia, sul Monte San Calogero, in una caverna sono stati ritrovati cocci di terracotta nei quali c’erano semi di vite e tracce di acido tartarico: elementi che sono inconfutabili a provare la presenza del vino.

Anche nel pozzo di un nuraghe in Sardegna furono trovati cocci e altri elementi che fecero risalire anche varietà utilizzata: la Malvasia di Oristano, che è presente e vinificata tutt’oggi in quelle zone.

In tutto il bacino del mediterraneo ci sono tracce che testimoniano l’uso di contenitori in terracotta per la vinificazione e ancor di più per lo stoccaggio ed il trasporto.

Nel museo di Bibbiena, in provincia di Arezzo, ci sono reperti provenienti dalle zone occupate dagli Etruschi, e si può ammirare un’anfora, ricostruita parzialmente, di dimensioni e forme molto simili alle anfore che usa oggi Marco.

L’anfora: l’anello mancante per produrre il vino dei contadini

Le anfore scelte dall’azienda Capitoni sono di terra di Impruneta, contenitori che  micro ossigenano quattro volte di più rispetto al legno 

Il liquido lasciato in macerazione nelle bucce per una settimana in anfora, viene poi  separato dalle bucce e dai semi e il mosto fiore torna in anfora e finisce di fermentare.

Questo sistema consente di non avere troppo parti dure, troppi tannini, troppa struttura, elementi non richiesti per questo tipo di vino.

“Il vino viene preparato per un viaggio breve: estraiamo poco dalle bucce, per privilegiare gli aspetti più freschi, quelli del frutto, del floreale e  della godibilità del vino” Marco Capitoni

In passato i contadini portavano l’uva alle ville padronali e alle fattorie, dove si vinificava per fare vini da invecchiamento.

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Marco Capitoni

Nel podere, dove il vino accompagnava ogni pasto compresa la colazione, si beveva un prodotto non troppo impegnativo.

Era una sorta di bevanda che spesso veniva tagliata con l’acqua per la sua scarsità.

Il sogno di Marco era riuscire a riprodurre quel gusto che oramai nel vino poco si trovava.

In passato si vendemmiava di solito la domenica e si svinava quella successiva. Poi andava in botte e a Pasqua si iniziava a bere il vino nuovo.

“Ai banchi di assaggio alcune persone degustando,  mi hanno detto che nel Troccolone avevano ritrovato gli odori e i sapori che sentivano da bambini” Marco Capitoni 

Un vino che parla di passato con un nome simpatico che richiama un personaggio di un tempo

La scelta del tipo di bottiglia rispecchia il prodotto: trasparente e leggera con una sola etichetta per rendere protagonista il vino.

Lo puoi bere con qualsiasi piatto e la sensazione che provi è di  convivialità e gioia.

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Troccolone 2018 – Sangiovese

Avendo una trama tannica contenuta, non diventa amaro né astringente se bevuto più fresco. In estate si può servire a 13/14 gradi.

Anche il nome, giocoso, ci ricorda il passato vissuto nelle campagne Toscane.

Il Troccolone era un commerciante che frequentava i poderi della Val d’Orcia. Furbo e affarista, barattava con i contadini generi alimentari, piccoli utensili, bottoni e fili da cucire in cambio di uova, piccioni e conigli. Faceva di tutto per sembrare un sempliciotto e sfruttava le lungaggini delle trattative per concludere un affare e aumentare il profitto.

Badate bene, non è un vinello fatto con uve semplici, non è un vinello da tavola. Deriva da una materia prima altrettanto ricca, l’uva Sangiovese, la stessa uva con cui si producono il Capitoni e il Frasi. È la vinificazione che cambia a seconda del prodotto che si vuole realizzare.

È un Orcia Sangiovese Doc: 100% Sangiovese di quella zona. Nel fare questo vino si usa un clone di Sangiovese che si adatta a questa tipologia.

“Questo clone in fermentazione dava il sentore di una big babol, fragola chimica, che in natura non ti aspetteresti e non aveva molta struttura e molti antociani, quindi pativa il legno piuttosto che goderne” Marco Capitoni

Degustandolo sentirai il Sangiovese: ciliegia a pasta bianca, quella un po’ croccante e un po’ acidula, fragola non molto matura, sentori di rosa, una rosa colore rosa non troppo aperta ma non chiusa.

Questi sentori sono esaltati dal tipo di vinificazione.

“La prima volta che ho fatto il Troccolone, ho avuto immediatamente la sensazione di aver imboccato una strada interessante. I mosti dalle prime settimane già erano molto profumati e molto godibili. Era il vino che avevo immaginato e volevo farlo uscire nell’estate 2015: a maggio stava già finendo” Marco Capitoni

L’attenzione verso il Troccolone è stata globale. Coloro che si intendono di vino e lo fanno di lavoro hanno riscontrato un’originalità che non hanno trovato nei vini del genere.

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Colmatore – Azienda Capitoni

La sua originalità era dettata dalla modalità di vinificazione, che è diversa. L’anfora è stato lo strumento che ha contribuito al risultato proveniente da un uva di qualità allevata in un certo modo dall’azienda.

Questo viaggio nel mondo del Troccolone si conclude. È il momento per me di degustare il suo vino mentre mi perdo nella vista delle campagne toscane, luoghi dove tanti anni fa i contadini lavoravano duro e per avere energia oltre ad alimentarsi bene bevevano del buon vino.

Marco Capitoni e la sua famiglia ti aspettano per mostrarti la loro azienda.  Resterai affascinato dalla terra e dal panorama delle viti , e mentre degusti i suoi vini speciali potrai godere dei racconti dei tempi antichi e moderni.

A presto

Un abbraccio

Namastè

Valeria

Per leggere gli altri racconti dedicati all’azienda Capitoni clicca sui seguenti link  ⇓

1– www.paesaggiumani.it/capitoni-vigna-vino-degustazioni-vigneto-sangiovese-toscana-siena-pienza

2–www.paesaggiumani.it/azienda-capitoni-vino-arte-pienza-degustazioni-toscana

 

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