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Pienza è sempre una buona idea: vieni con me?

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Pieve di Corsignano - Pienza

 

Pienza ti racconto

Non è vero. Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto:”Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in Primavera quel che si era visto in Estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Josè Saramago

Il segreto è la curiosità che ti spinge a guardare sempre oltre.

Assorta nei pensieri, che ripercorrono le emozioni provate durante la visita a Sant’Anna in Camprena, il mio sguardo si volge verso una nuova meta, la bella Pienza.

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Pienza

Ho visitato Pienza, per ben tre volte nella mia vita.

In questa giornata di metà giugno, insieme al mio amico Luca, appassionato di Storia e Arte  Medievale, mi  preparo per una passeggiata speciale.

Sei curioso? Io tanto!!

Tutto cambia continuamente e cambiamo anche noi. Sono passati tanti anni dall’ultima volta che ho calpestato la sua terra gentile e oggi ho tanta voglia di andare oltre la superficie.

Vestiamoci di profondità

La giornata comincia dalla passeggiata di Santa Caterina d’Alessandria.

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Val d’Orcia

Il panorama che si scorge da quassù è magnifico. Puoi ammirare tutta la Val d’Orcia con i suoi colori, le strade bianche, il grano, il  Monte Amiata che si erge imponente e, lontano, la mia cara Montalcino.

Vedo il grano che sta cambiando colore, diventerà biondo e mi fa pensare al sole che si riposa sulla terra.

“Guarda lì” mi dice Luca, il luogo dove è stato girato la scena del film “Il Gladiatore” con Russel Crowe.

Poso il mio sguardo sui Campi Elisi e mi viene in mente questa frase del film

Frates! A tre settimane da oggi, io mieterò il mio raccolto. Immaginate dove vorrete essere, perché così sarà! Serrate i ranghi! Seguitemi! Se vi ritroverete soli, a cavalcare su verdi praterie col sole sulla faccia, non preoccupatevi troppo, perché sarete nei Campi Elisi, e sarete già morti! Fratelli! Ciò che facciamo in vita, riecheggia nell’eternità! Massimo Decimo Meridio

Con gli occhi pieni di bellezza arriviamo alla Chiesa di Santa Caterina.

La Santa nasce nel 305 circa ad Alessandria d’Egitto.

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Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria – Pienza

Si conosce poco della sua vita e le notizie vagano tra realtà e leggende popolari.

La leggenda Aurea racconta che era figlia del re Costa che la lasciò orfana troppo in fretta.

Fu istruita nelle arti liberali e molti uomini la chiesero in sposa ma lei scelse Cristo.

La sua scelta  si rese manifesta dopo un sogno nel quale la Madonna con il bambino  la rendeva sposa di Cristo infilandole un anello.

Una leggenda racconta di un imperatore romano che, affascinato dalla sua bellezza e cultura, la chiese in sposa. Al suo rifiuto la fece condannare a morte con il supplizio della ruota dentata. La ruota si ruppe e fu obbligato a farla decapitare. Al posto del sangue sgorgò latte che era simbolo della sua purezza.

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Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria – Pienza

A partire dal 1300 Santa Caterina d’Alessandria venne raffigurata in tanti dipinti.

Le rappresentazioni dei Santi erano facilmente riconoscibili da tutti grazie all’associazione del simbolo del martirio.

A Santa Caterina d’Alessandria si associava una foglia palma.

E se ti capita di visitare qualche museo, ad esempio la Pinacoteca di Siena, la Santa è facilmente riconoscibile in tanti dipinti dei pittori senesi grazie alla palma.

La chiesa di Pienza nasce nel XVII secolo e fu consacrata nel 1731.

La facciata è in laterizio. L’interno è composto da una navata unica con due altari laterali con affreschi del XVII secolo.

All’interno della chiesa è visibile una porzione di un affresco di scuola senese del XIV secolo raffigurante la  Madonna con il Bambino, in una tela del 700.

L’altare maggiore di cui sopra  è in forma barocca e l’organo a canne, installato nel 2018, fu costruito nel 1961 dalla ditta Verschueren per la Nederlandsche Protestanten Bond Kerk di Velp nei Paesi Bassi.

E poi? La passeggiata continua..

Procedendo in avanti, su una strada sterrata, guardo sulla mia sinistra e resto basita alla visione di un campanile dalla forma cilindrica. In provincia di Siena ne troviamo un altro nella Pieve di Pacina.

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Pieve di Corsignano – Pienza

È il campanile della Pieve di Corsignano dei Santi Vito e Modesto, una chiesa di campagna in stile romanico risalente al XII secolo.

Corsignano era il borgo preesistente a Pienza dove nacque Enea Silvio Piccolomini che venne eletto papa nel 1458 assumendo il nome di  Papa Pio II.

Il Pontefice era un grande umanista. Con la costruzione di Pienza riuscì a realizzare un suo grande sogno trasformando l’antico borgo di Corsignano in una città ideale.

Il progetto fu affidato a Bernardo Rossellino, allievo dell’Alberti, un architetto che costruiva ispirandosi a nuove prospettive tipiche del Rinascimento che donavano armonia e grazia nel rispetto di calcoli ben precisi matematici, architettonici e urbanistici.

Pienza, caso unico al mondo, fa parte per due volte del Patrimonio dell’Unesco,  per le sue bellezze rinascimentali dal 1996  e come parte del territorio della Val d’Orcia dal 2004.

Per raggiungere la Pieve si percorre un percorso sterrato circondato da alberi e viti. Questo sentiero porta i segni dei carri che lo hanno attraversato per secoli e secoli,  luoghi che con i loro solchi raccontano vite.

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Pieve di Corsignano – Pienza

La torre campanara è tipico di un modo di costruire di stile ravennate.

Nel portale principale della chiesa si apre una bifora con all’interno una cariatide (una colonna che rappresenta una figura femminile che sostiene il capitello). Al di sotto, nell’architrave del portale di ingresso, c’è una figura muliebre: una sirena che mostra l’inguine.

È testimonianza di un mondo antico legato ad una religiosità dei campi che si basava su riti del passato, dove probabilmente c’era qualche influsso pagano.

Nell’architrave della porta laterale di mezzogiorno si può ammirare la raffigurazione del Viaggio dei re Magi e la natività. In questo presepe manca San Giuseppe, tipicità  della tradizione bizantina.

All’entrata della Pieve si trova la fonte battesimale originale dove Papa Pio II fu battezzate. All’interno tre navate di cui ognuna ha un altare.

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Pieve di Corsignano – Pienza

L’ultima colonna a sinistra è caratterizzata da un capitello contenente la scultura del serpente regolo, una divinità romana che San Gregorio Magno definisce il “Re dei serpenti”.  Il serpente guada verso l’alto. Il suo sguardo sembra rivolto al cielo e ciò potrebbe far presupporre la sua appartenenza ad una simbologia Cristologica.

La cripta è un luogo molto affascinante che stimola la meditazione e probabilmente la sua collocazione, di solito al di sotto dell’altare principale, ci dà qualche indicazione su come doveva essere strutturata la chiesa originaria.

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Pieve di Corsignano – Pienza

La Pieve era il centro religioso ma anche amministrativo della comunità di campagna.

Le Pievi raccoglievano le decime ecclesiastiche e alcune più importanti avevano il controllo di altre nei dintorni.

Il Romitorio di Pienza

Il Romitorio è un luogo sacro scavato nella roccia tufacea. Qui vivevano eremiti in spirito di santità. Celebravano messa ed erano molto stimati dai contadini per la loro completa dedizione a Dio.

Per accedervi, in prossimità della Chiesa di Santa Caterina, c’è  un piccolo sentiero con scalini impressi nella roccia, alla cui metà si trova una cappella sulla cui parete frontale è raffigurata la Madonna del latte che rappresenta la fertilità.

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Pienza

All’interno ci sono molti vani sulle cui pareti si trovano figure umane un po’ danneggiate. Altre figure simboliche di natura sconosciuta sono all’esterno, tutte scolpite nella pietra arenaria.

All’ingresso principale è visibile un sistema per raccogliere l’acqua piovana i cui canali conducevano a cisterne scavate nella roccia. Oggi tale sistema non è funzionante.

La cosa che mi affascina e mi colpisce di questi luoghi, tutti caratterizzati dal colore caldo della pietra arenaria è la semplicità, posti che in ogni angolo raccontano vissuti profondi.

Soffermo il mio sguardo sulla Sirena della Pieve e penso al fil rouge che lega tutti i luoghi visitati: il mito della fertilità.

La Madonna con il Bambino sita nella Chiesa di Santa Caterina, la Madonna del latte nel Romitorio e la Sirena che mostra l’inguine nella Pieve di Corsigliano, una religiosità pagana che fa pensare a tradizioni antiche e alla fertilità, come pure l’acqua delle vasche della Pieve che oggi sono due ma un tempo erano tre, che rappresenta la vita.

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Pienza

Risaliamo per raggiungere il centro di Pienza e passeggiamo lungo una terrazza raggiunta da  tante stradine che portano al centro. C’è la Via del Bacio e la Via dell’Amore, strade ispiratrici per gli innamorati che leggeri godono della bellezza dei loro sentimenti.

Guardo il cielo e vedo nuvole di colore scuro che preannunciano una possibile pioggia e spero che arrivi il vento a spazzarle via.

Decidiamo di sederci, all’aperto, in un locale abbracciato da un roseto rampicante. I suoi fiori dal colore tenue della purezza  si lasciano ammirare donando un profumo di primavera.

Fagioli all’uccelletto, pecorino di Pienza, bruschette della sciorna, salsicce con le patate e fegatelli di maiale, il tutto bagnato da un ottimo calice di Nobile di Montepulciano.

All’improvviso un fortissimo temporale accompagnato da un forte vento. Corriamo via e per non bagnarci ci ripariamo in una chiesa.

La chiesa di San Francesco.

Le Chiesa è composta da una sola navata, costruzione tipica delle chiese francescane.

Dall’intonaco delle pareti interne emergono dei bellissimi affreschi.

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Chiesa di San Francesco – Pienza

Sono della seconda metà del 300 e furono dipinti dai pittori senesi Cristoforo di Bindoccio e Meo di Piero. Questi due artisti hanno lasciato tante tracce del loro lavoro in molti borghi del contado di Siena.

La Madonna della Misericordia e i Santi Sebastiano e Bernardino, che si trovano nell’altare sinistro, sono della bottega di Luca Signorelli, un pittore che opera negli ultimi anni del 400. La scelta della bottega illustre del Signorelli fa comprendere  l’importanza del luogo.

Luca mi spiega che le pareti delle chiese, in certi periodi, possono essere state intonacate e grazie a recenti lavori di restauro sono riemerse le opere d’arte.

La Chiesa di San Francesco sita in prossimità di palazzo Piccolomini, è l’unica testimonianza, all’interno della città, del vecchio borgo di Corsignano, uno dei pochi segni che ricorda la vecchia Pienza.

Mi fermo ad ammirare i dipinti che con forza si fanno spazio oltre l’intonaco bianco per tornare alla luce e un pensiero cade su noi esseri umani.
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Pienza

Nasciamo liberi e puri e nel tempo acquisiamo delle credenze, aderiamo alle convenzioni sociali e spesso ci lasciamo trasportare dal giudizio degli altri perdendo noi stessi.

Un bel giorno scegliamo di ascoltare la vocina interiore e a piccoli passi cominciamo il viaggio.

La consapevolezza prende la sua forma e rompendo il guscio lascia trasparire la parte vera, quella più bella.

Il viaggio alla scoperta di me è stato lungo, difficile ma soprattutto affascinante.

E tu, hai già fatto il tuo viaggio della vita?

La mia bellissima giornata, purtroppo, volge al termine. È ora di salutare e rimettersi in auto per tornare a casa.

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Pienza

Lascio Pienza ringraziandola per tutti gli spunti di pensiero che mi ha donato e mi prometto di ritornare per scoprire nuovi particolari.

Ringrazio Luca per questa visita speciale dove i dettagli e le curiosità hanno lasciato il segno.

Dalla Via dell’Amore è tutto.

Namastè

Valeria

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