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A Paestum c’è un regno del benessere. Vieni a scoprirlo!

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Piantagione di Melograni

Questa è la storia di un ragazzo di Capaccio Paestum, Giuseppe Rizzo, che sceglie di restare nella sua terra e creare un’azienda agricola.

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Giuseppe Rizzo titolare dell’omonima Azienda Agricola

La sua idea nasce dal legame con le tradizioni agricole, turistiche e culturali della sua Paestum e dal desiderio di unire questi settori attraverso una filosofia naturale che rispetta l’ecosistema.

Nasce così l’Azienda Agricola Giuseppe Rizzo, un luogo speciale dove il naturale, il rispetto per l’ambiente e per l’uomo, i valori, i legami, la famiglia e l’essere semplicemente umani sono l’essenza.

Ho trascorso con Giuseppe un pomeriggio e mi è sembrato di tornare alla mia infanzia, quando, insieme ai miei zii Giulia e Lorenzo ho vissuto il mondo agricolo con tutte le sue tradizioni e i  valori.

Ho imparato da subito cosa vuol dire sacrificarsi ma anche godere della bontà di ciò che si coltiva in momenti di unione e amore. Questi momenti hanno formato la mia crescita al punto di creare un legame forte con la terra che stimola in me sensazioni che non so spiegare.

Tutto comincia con un terreno del nonno, tanti libri e una grande promessa

Pensando a Paestum, alla storia, ai miti e leggende, alla simbologia religiosa e pagana, e soprattutto alla qualità di avere un frutto considerato farmaco naturale, decide di piantare, su una terra del nonno, le piante di Melograno.

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Piante di melograno

Non avendo una tradizione agricola familiare, studia da autodidatta. Compra tanti libri, anche turchi e comincia un dialogo via web con  dei coltivatori spagnoli per imparare la potatura catalana.

Dietro la scelta del melograno c’è anche una promessa fatta ad una amico che oggi non c’è più. Un uomo saggio, lungimirante e con un senso di appartenenza al territorio di Paestum molto forte, che gli ha sempre detto che il sapere muove tutto.

Pianta 1200 alberi, una varietà  propria della zona che si chiama “Dente di cavalllo” e una di origine siciliana chiamata “Tempesta”. Quest’ultima ha un arillo totalmente morbido.

Il Melograno appartiene alla famiglia delle Lythraceae e ha origine nella regione tra l’Iran e la catena dell’himalaya.

Miti, Leggende e simboli

Esistono molte leggende sulla nascita del melograno.

Alcune dicono che nacque per volere di Afrodite che lo piantò a Cipro, altre che deve la vita al sangue di Dionisio quando fu fatto a pezzi dai Titani.

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Melagrana

C’è poi un legame tra Persefone e il melograno nel mito che spiega l’alternanza delle stagioni. Figlia di Zeus e Demetra , ella gustò 6 aspri semini di melagrana considerato il frutto proibito, e per tale motivo fu rapita dal signore degli inferi, Ade, che la sposò. Così fu costretta a vivere una parte dell’anno con lui e un’altra con la madre sulla terra. La natura veniva fatta rifiorire da Demetra quando era in compagnia della figlia e questo periodo corrisponde alla  stagione primavera-estate, e veniva da lei spogliata (autunno-inverno) quando Persefone tornava negli inferi.

La melagrana al tempo dei greci veniva legata alla Dea Afrodite, in quello dei romani a Giunone e nel Medioevo per i cattolici alla Madonna.

È una pianta legata all’amore e alla vita: simbolo di fortuna nei matrimoni, di prosperità, fertilità e abbondanza.

Le spose romane e greche, per tradizione,  intrecciavano tra i capelli i rami di melograno per la fertilità. In alcuni posti della Grecia gli sposi piantano un albero di melograno nella casa dove andranno a vivere.

Nella Bibbia la melagrana è uno dei frutti della terra promessa ed è simbolo di santità per la forma a corona del picciolo.

Nell’ebraismo è simbolo di correttezza e onestà.

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Melagrana

In Turchia le spose novelle lanciano a terra una melagrana per contare quanti chicchi fuoriescono. Questi arilli rappresentano i figli che nasceranno.

I contadini, nella loro tradizione,  la regalavano a Natale e veniva mangiata a Capodanno per avere fortuna e prosperità nel nuovo anno.

Per i Persiani invece rappresentava l’invincibilità.

L’albero di melograno a Paestum

I  Greci portarono il melograno a Paestum e oggi in ogni giardino privato  se ne trova almeno uno.

Il legame della pianta al territorio nasce pagano per divenire religioso.

Quando la piana di Paestum divenne una palude, le genti si trasferirono in collina e lì costruirono le loro case.  Fu eretto il tempio dedicato al culto di Hera che veniva spesso rappresentata con una melagrana nella mano quale simbolo di prosperità.

Madonna del Granato Paestum

Madonna del Granato

Quando i riti da pagani si trasformarono in religiosi il tempio dedicato alla dea si trasformò nella Chiesa della Madonna del Granato. Le prime tracce della Chiesa si ebbero quando Capaccio fu distrutta dai Saraceni. Il Vescovo di Paestum ricostruì la cattedrale che in una bolla fu chiamata Santa Maria Maggiore sul Calpazio.

La Madonna del Granato, raffigurata con in mano una melagrana, osserva dall’alto di Capaccio tutta la costa proteggendola.

Ma il frutto di questo albero, detto anche granata,  dal latino malum granatum è anche un farmaco naturale.

Contiene antiossidanti, ha un’azione antinfiammatoria, è un antitumorale, detossinante, aiuta la memoria ed ha un’azione positiva sull’apparato cardiovascolare, aiuta anche le donne che stanno entrando in menopausa combattendo la depressione e la fragilità ossea.

Visti gli effetti benefici sulla salute della  melograna l’antica facoltà di Farmacia di Salerno piantò gli in tutta la fascia costiera da Paestum fino al profondo Cilento.

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Pianta di Melograno

Giuseppe mi ha mostrate la pianta, spiegandomi che nasce come un cespuglio e va potata ad alberello.

Inizia a fiorire nella prima decade di aprile per divenire completamente rossa.

I fiori sono maschi e femmine, i primi cadono e le femmine diventeranno melagrane.

La piante fa tre fioriture fino agli inizi di ottobre, poi si spoglia delle foglie e diventa dormiente.

La filosofia naturale di Giuseppe 

Nel mentre mi perdo tra miti, leggende, simboli e bellezza delle melagrane, che dagli alberi sembrano chiamarti per essere degustate, sento starnazzare.

Mi giro e vedo oche e papere che si avvicinano come se volessero salutarmi, alzando gli occhi un po’ più in là delle pecore.

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Pecore

Queste anime libere si prendono cura del terreno brucando l’erba e fertilizzandolo attraverso le loro feci.

Vivono libere e felici. Vorrei avvicinarmi ma vanno rispettate e faccio un passo indietro.

Giuseppe non usa nessun tipo di trattamento fitosanitario, non usa trattori, nè fertilizzanti chimici.

La sua scelta comporta il rischio di perdere alcune piante, anche a causa dell’Afide, ma assicura naturalezza al prodotto e alle sue qualità con conseguente benefici per la salute di chi se ne delizia.

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Giuseppe Rizzo – Preparazione marmellata di melagrana

Con la melagrana produce marmellate naturali senza pectina, usando solo quella naturale che proviene dalle mele e dai limoni, e liquore. 

A breve, in accordo con un laboratorio di cosmesi naturale, con la melagrana prodotta da Giuseppe verrà fatta una piccola linea di prodotti per il corpo.

L’orto in movimento

Volendo un’azienda attiva tutto l’anno ed essendo amante dell’orto, Giuseppe inizia a coltivare in un piccolo spazio.

Prodotti di stagione che nascono in terre fertilizzate con letame di bufala mischiato al concime delle galline. Questa fertilizzazione crea un ecosistema dove si può piantare di tutto.

Come in un cerchio perfetto tutto si utilizza: gli scarti dell’orto vengono dati alle galline e gli scarti delle galline all’orto.

L’agricoltura naturale richiede molto lavoro ed è molto rischiosa ma dona grandi soddisfazioni sia in termini di sapori che di salute.

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Insalata

Nel periodo della pandemia da coronavirus le consegne venivano fatte tutte a domicilio. I prodotti venivano depositati in piccole cassette e consegnate ai clienti che le richiedevano. 

Oggi, Giuseppe spera di poter ricevere tante persone in azienda per mostrare il suo lavoro, i suoi animali e fare due chiacchiere creando unione nel suo regno del benessere.

Idee che creano nuove idee: nasce l’uovo dei bambini 

L’idea dell’allevamento di galline all’aperto nasce da una richiesta continua dei clienti di un uovo naturale.

Giuseppe, uomo dalle mille risorse, pensando a come metterla in atto, si guarda intorno e vede il recinto dove un tempo il nonno voleva allevare le bufale, un posto pieno di macchia mediterranea ideale per un allevamento che rispetti la sua filosofia.

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Anatre e Oche

Chiama le autorità competenti e dopo vari controlli ottiene l’autorizzazione e nasce un’area dove il benessere dell’animale è al primo posto.

Nessuno stress, solo tanta libertà.

Oggi le galline che scorrazzano in questo giardino mediterraneo sono centosessanta, vivono in grandi spazi, si idratano tramite beverini automatici,  che garantiscono la pulizia, riposano in postazioni larghe e soprattutto vengono rispettate dall’uomo. 

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Valeria Iannitti di Paesaggi Umani

Sono nutrite con mais rosso e orzo, coltivato dall’azienda Rizzo, con l’aggiunta di un po’ di soia.

Grazie al mais rosso il tuorlo dell’uovo è più rosso e grazie all’aggiunta di un po’ di soia le galline fanno più uova senza necessità di usare alcuna proteina ovaiola.

Le sue uova vengono chiamate uova dei bambini perchè si possono bere.

Ricordo sempre quando ero piccola e mio padre la mattina mi preparava l’ovetto fresco con lo zucchero, gioie che per molti piccoli di città purtroppo possono essere solo un sogno.

 Reginella e le sue amiche

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Reginella

Il rapporto di Giuseppe con le galline è goliardico. Anche sui canali social, dove è molto attivo, mostra la sua passione per ciò che fa e la sua soddisfazione è rendere felici le persone contribuendo anche alla qualità alimentare della loro vita.

Nel pollaio vive una gallina libertina dal nome Reginella

Una livornese di colore bianco che è amica di tutti i bimbi.

Lei è la padrona di casa e segue Giuseppe mentre va a macinare il mais per le amiche. Lì si nutre dal secchio di mangime già pronto e fa l’uovo dove vuole.

Una ribelle che sa ciò che vuole e se è il caso mette in riga anche Giuseppe.

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Allevamento di galline all’aria aperta

Le galline sono animali intelligenti, astuti, testardi e molto territoriali. Per inserire nuovi membri nel pollaio bisogna adottare un procedimento che dura 15 giorni durante il quale devono essere separate da reti per guardarsi.

Quando in azienda vanno i bambini, con la famiglio o con le scuole, Giuseppe li fa sedere in cerchio e comincia a narrare la sua storia come una favola: “C’era una volta una gallina dal nome Reginella……”, trasmettendo loro, saperi, tradizioni e valori, un tesoro di sapienza che potranno consegnare al futuro.

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Uovo di gallina livornese

I bimbi fanno tante domande e restano affascinati da ciò che non conoscono. Se insegni e fai conoscere ai bambini i valori importanti, e gli mostri le azioni per rispettare l’ecosistema avrai un giorno adulti che si prenderanno cura di tutto ciò che li circonda.

Il prossimo piccolo pezzo di sogno di Giuseppe è un uovo colorato che proviene da una gallina del sud America, un uovo arcobaleno come simbolo di rinascita e di unione.

Terra e uomo 

Quando l’Agricoltura e il turismo si uniscono si creano rapporti fatti di cuore che restano per sempre.

Paestum è simbolo di cultura, agricoltura e turismo. Per unire questi tre elementi  Giuseppe Rizzo crea un Agri Camper, un luogo dove i camper possono stazionare con a disposizione una cucina esterna, docce, calde e fredde,  e uno spazio semicoperto con tavoli grandi rettangolari di legno massello dove poter condividere con gli altri momenti di gioia, di cultura e di enograstronomia.

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Agricamper presso l’Azienda agricola Giuseppe Rizzo

Un tavolo dove non esistono stati sociali ma solo esseri umani che scelgono di condividere un pezzo di vita nel rispetto della natura e dell’intero ecosistema.

Le famiglie partecipano all’attività aziendale e i bambini  si alzano prestissimo per accompagnare Giuseppe e Reginella nelle varie attività aziendali a raccogliere le uva e ascoltano  le sue storie.

Si organizzano cene con prodotti della terra, quelli appena raccolti, con la mozzarella di bufala di Paestum e il pollo cucinato secondo le tradizioni locali.

Molti turisti chiedono le ricette e il procedimento e Giuseppe vorrebbe creare una piccola Scuola di Cucina Agricola.

Insegnare la tradizione fa si che la stessa resti nel tempo, grazie agli stranieri può raggiungere luoghi lontani e magari incontrare figli di emigranti che potranno sentire il senso di casa.

E poi?

A breve sarà inaugurata la macelleria aziendale. L’obiettivo è garantire al cliente una carne bianca buona, di qualità. Polli allevati con alimentazione al naturale senza uso di antibiodici.

Il lavoro agricolo è una scuola di vita 

Fare l’agricoltore e l’allevatore richiede tanti sacrifici ma dona un  benessere fisico e mentale, crea unione e ogni giorno lascia un insegnamento di vita.

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Valeria Iannitti di Paesaggi Umani

Avvicinare le persone alla natura, alla terra le aiuta a stare bene, a sentirsi in pace.

La Pandemia  da Coronavirus, ci ha segnato e ci ha fatto comprendere che non siamo onnipotenti, come credevamo,  e che dobbiamo tornare ai valori di una volta, quelli veri, quelli umani.  Tanti, dopo il lockdown,  hanno contattato Giuseppe per andare a raccogliere le uova o i prodotti dell’orto e farlo con le loro mani.

Oggi le persone vogliono sapere cosa mangiano e sono molto attenti alla sostenibilità dell’ambiente e dell’essere umano.

In contesti come quello di Giuseppe Rizzo nascono  rapporti fatti di cuore che restano nel tempo.” L’uomo è un animale sociale” affermò Aristotele nel IV secolo a.C. : abbiamo bisogno di socializzare e comunicare con gli altri ma anche con la madre terra che ci accoglie che va rispettata.

Formarsi, osservare e con coraggio valorizzare il potenziale di un territorio 

“Vorrei, attraverso il mio lavoro essere un esempio e uno stimolo per gli altri giovani. Per realizzare i propri sogni si deve osare e non scappare dalla propria terra che offre tanto” Giuseppe

Oggi molti giovani vanno a studiare fuori e poi scelgono di tornare per realizzare qualcosa a casa.

È sicuramente importantissimo formarsi nei luoghi dove c’è offerta, e sarebbe bello se questa formazione arrivasse ovunque, ma nel contempo è necessario aprire gli occhi su ciò che la nostra terra di origine ci offre e con coraggio fare.

Quando Giuseppe ha cominciato la sua attività tutti erano scettici soprattutto il padre che lavorava in campo edile, oggi è il primo fan del figlio e va ogni giorno in azienda per aiutarlo insieme alla mamma ,  ai nonni di ottanta anni e al cane Ettore.

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Pianta di melograno

Nessuno di loro era esperto di agricoltura ed è stato difficile, a volte hanno commesso errori ma la terra ti perdona, ti dà la possibilità di sbagliare, di capire e una volta che hai compreso ti offre tante soddisfazioni.

“L’agricoltura mi ha insegnato ad essere paziente, ad aspettare, a sbagliare ma anche a poter rimediare e fare meglio. È una scuola di vita che mi ha reso migliore” Giuseppe.

Vi lascio con questa bellissimo pensiero e vi invito a tornare alla natura, a rispettarla creando legami.

Un abbraccio

Namastè

Valeria

 

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